La “leggerezza o la pesantezza” del gioiello finito, è un dato percepito in maniera del tutto personale. A “pesantezza” o “leggerezza”, ciascuno di noi attribuisce un “valore” positivo o negativo, del tutto imprevedibile.
Di questo non ne parlano alla scuola di oreficeria o nei manuali per costruire un buon gioiello, in generale dicono sia preferibile realizzare gioielli leggeri, principalmente per una questione di costi, ma la percezione di chi indossa il gioiello non è altrettanto importante?
I gioielli Icudal si sono contraddistinti fino ad oggi anche per il loro “peso reale percepito”, tangibile, a noi piace
che il gioiello “si senta” sul dito, al polso o al collo; ovviamente non all’orecchio, su questo punto non possiamo
transigere: gli orecchini devono essere leggeri o dopo qualche minuto, per le più coraggiose, qualche ora,
indossare orecchini pesanti è una vera tortura.
Abbiamo realizzato un bel disegno, vogliamo realizzare l’idea e concretizzarla. Come possiamo trasformare un bellissimo disegno in un bellissimo gioiello?…Gioiello leggero o gioiello pesante?
Come possiamo costruire un gioiello “leggero”?
Innanzitutto bisogna capire come produrlo e per questo possiamo percorrere essenzialmente due strade:
Partendo direttamente dalla lavorazione del metallo finale, sia esso bronzo, argento o oro.
Realizziamo innanzitutto la lega: nel caso dell’argento, ad esempio, faremo una fusione di grani di
argento puro e di rame. Calcoliamo le giuste proporzioni in peso, per ottenere la lega utilizzata in oreficeria “argento 925”. Che vuol dire? Su 1000 parti, 925 saranno di argento puro e 75 di rame (parleremo delle leghe in maniera
più approfondita in un altro articolo).
Fusione dei grani di metallo puro: Argento + Rame = lingotto
Una volta preparata la lega, otteniamo un lingotto che possiamo trasformare in fili e lastre di vari spessori.
Iniziamo così a lavorare i singoli elementi. Lavoriamo sulla sezione del filo con una trafila e sullo spessore della lastra servendoci del laminatoio. Sfruttiamo quindi la duttilità e la malleabilità del metallo. Grazie a questi procedimenti otteniamo singoli elementi leggeri, anche voluminosi ma sottili. Il filo è modellabile e la lastra può essere lavorata a sbalzo e cesello.
Lavorazione a sbalzo
Lavorazione a cesello
Ciondolo su lastra – sbalzo e cesello
Con questo sistema di costruzione molto artigianale, meccanico ed immediato otteniamo anche gioielli cavi, creando volumi geometrici con lastre e fili saldati con estrema precisione.
Bracciale in lastra d’argento 925 con castoni saldati
Lucidatura di un orecchino realizzato con fili in oro 750
Un altro sistema per costruire gioielli leggeri è l’elettroformatura o galvanoplastica.
I gioielli elettroformati sono leggerissimi e vuoti all’interno. Questo procedimento è ben più complesso e solitamente si preferisce usare questo procedimento per realizzare elementi voluminosi o con forme complesse.
Il modello viene realizzato in un materiale non metallico, prerogativa essenziale per effettuare il processo di elettroformatura.
Il modello che costruiremo in un materiale non metallico è detto anche “anima” ed effettivamente questo rimane inglobato all’interno di svariati strati di metallo (parliamo di micron) che, attraverso un procedimento chimico (elettrolisi) verranno depositati sul nostro modello/anima.
Il metallo aderirà perfettamente all’anima, consentendo quindi la realizzazione di oggetti anche molto complessi, ricchi di dettagli e sottosquadri. Attraverso una serie di fori sul metallo depositato, facciamo fuoriuscire l’anima, lasciando il nostro modello elettroformato perfettamente cavo al suo interno.
Orecchini in argento 925 realizzati in elettroformatura – visibile foro di uscita del materiale (anima)
Con questo procedimento è possibile replicare anche elementi naturali come foglie e piccoli insetti, che possono diventare quindi veri e propri gioielli in oro o in argento.
invece…”quelli con un peso percepibile” e pieni all’interno, sono principalmente realizzati con il processo di microfusione o fusione a cera persa.
Quasi tutti i gioielli delle collezioni Icudal sono realizzati in microfusione. Salvo alcuni casi e alcune sperimentazioni, la microfusione rimane il metodo di realizzazione che preferiamo e che ci gratifica di più.
La fusione a cera persa è una tecnica molto antica e consiste nella realizzazione del modello in cera (esistono varie tipologie di cera con diverse durezze).
Il gioiello viene “scolpito” sulla cera come una scultura in miniatura.
Anello realizzato in micro scultura
Dettaglio di un serpente scolpito
Anello realizzato in micro scultura
Una volta terminato, il gioiello entra in fonderia e viene “fuso” in metallo (oro, argento o bronzo)
La fusione a cera persa nel dettaglio:
Al termine della cottura avremo il nostro cilindro che contiene al suo interno il gesso solidificato con la forma, in negativo, del nostro gioiello.
A questo punto, all’interno del cilindro viene versato il metallo allo stato liquido.
Una volta raffreddato il sistema, sciogliamo il gesso in acqua e quello che rimane è l’alberino (questa volta metallico) con il nostro gioiello all’estremità.
Il modello viene staccato dall’alberino, lavorato, preparato all’incastonatura, se sono previste delle pietre, e lucidato.
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